+39 340 4102448 info@fastback.it

L’ultima volta che si è corso a Phillip Island era il “lontano” 2019, l’anno prima dello scoppio della pandemia. Quest’anno sancirà finalmente il ritorno sull’iconico tracciato australiano. Di quell’ultima gara si possono ricordare la vittoria di Marc Marquez, la caduta finale di Maverick Vinales e il podio dell’idolo di casa Jack Miller.

Anche quest’anno Thriller giunge in patria in un eccellente stato di forma e matematicamente ancora in lizza per la conquista del titolo. Rispetto alla stagione in corso però l’edizione 2019 vide pilota di Townsville  presentarsi con una livrea del tutto inedita.

Moto, tuta e casco erano infatti declinati secondo un’insolita ispirazione medievale. Sulle prime la scelta ha suscitato qualche dubbio, visto che solitamente per questo tipo di operazioni si scelgono elementi tipici di una località, di un paese o di una cultura. A confessare come si fosse arrivati a questa soluzione fu lo stesso Miller. L’idea di base era quella di rifarsi alla storia di Ned Kelly, un fuorilegge australiano considerato da una parte di popolazione come una sorta di Robin Hood.

Jack Miller Team Pramac Phillip Island GP 2019

Jack Miller Team Pramac Phillip Island GP 2019

E proprio questo desiderava Jack, avere un’immagine da scassinatore, da ladro. Per qualche motivo però lo studio grafico italiano – Starline Deisgners – cui erano state inviate le foto del criminale ha deciso di virare un  tema cavalleresco. Benchè poco o nulla aderente al tema, la strada intrapresa dal creativo ha subito convinto il pilota Pramac. Benchè l’Australia non abbia mai avuto un’epoca storica assimilabile al nostro medioevo, il risultato era talmente bello da volerlo conservare.

La Desmosedici GP ha smesso quasi del tutto il bianco, blu e rosso della livrea tradizionale per virare su un misto di nero e argento effetto metallo. Quest’ultimo riproduceva le scaglie di una corazza. La tuta diveniva una vera e propria armatura con tanto di dettagli e riproduzione fedele di tutte le componenti. Il casco non poteva essere altro che una versione contemporanea di un classico elmo da cavaliere corredato di finte borchie e aperture per la respirazione.

La colorazione cavalleresca ha portato fortuna al 43 che si è assicurato un terzo posto che ha mandato in visibilio il pubblico presente.

Scopri altre curiosità sul mondo della MotoGP all’interno del nostro blog!

Open chat
1
💬 Need help?
Hello 👋
Can we help you?
Privacy Policy