Oggi siamo abituati all’immagine di Apple legata al minimalismo, all’essenzialità, alla qualità e ricercatezza della progettazione e delle finiture. Un’azienda del genere, con una percezione così forte, non ha praticamente bisogno di guadagnare visibilità legandola a fattori esterni. Qualche decennio fa però non era esattamente così e anche Steve Jobs decise di percorrere la strada delle sponsorizzazioni nel motorsport. Da grande appassionato di moto e auto tedesche decise di portare i colori – nel vero senso della parola, visto come appariva ai tempi il logo – della sua Apple Computers sui tracciati più prestigiosi del mondo attraverso una iconica Porsche 935 K3.
L’esemplare in questione era affidato al Dick Barbour Racing di San Diego, scuderia storica con all’attivo decine di successi nell’endurance con le sue velocissime Porsche. È proprio la California il teatro di questa collaborazione, visto che oltre a San Diego e Cupertino anche la Garretson Enterprise Race Shop di Bob Garretson aveva sede a Mountain View: ed è qui che Jobs aveva portato la sua 356 a fare alcuni lavori.. Proprio Garretson, assieme a Allan Moffat e Bobby Rahal, formò l’equipaggio con cui la vettura con la mela arcobaleno andò all’assalto niente meno che alla 24 Ore di Le Mans.
Il 14 e 15 giugno 1980 la Apple Porsche affrontò quindi la massacrante maratona francese partendo da un incoraggiante quattordicesimo posto. Dopo 11 ore l’auto che era arrivata seconda l’anno precedente dovette alzare bandiera bianca per il cedimento di un pistone.
Quello stesso anno la 935 K3 corse anche la 12 Ore di Sebring, dove ottenne un settimo posto finale, la 6 Ore di Watkins Glen dove purtroppo Rahal fu costretto al ritiro per la rottura del motore dopo soli 6 giri per concludere con un podio alla 500 Miglia di Road America.

Porsche 935 Apple Computers
Fascino intramontabile
Nonostante questi risultati realisticamente poco eclatanti questa vettura, proprio per l’unicità della sua colorazione e sponsorizzazione, è divenuta una vera perla per i collezionisti. L’attuale proprietario, l’attore e doppiatore Adam Carolla, la acquistò anni fa per una cifra di 4,4 milioni di dollari e si stima che il suo attuale valore passi la soglia dei 10 milioni. Curiosamente l’auto veste però la livrea del 1979, quella che giunse seconda con al volante Paul Newman, Rolf Stommelen e Dick Barbour, essendo Carolla un appassionato proprio dei modelli con cui corse l’attore statunitense.
Le mancate vittorie inoltre non penalizzarono minimamente l’immagine del colosso americano che proseguì la sua ascesa, seppur non sempre lineare, nei decenni successivi.
Una replica fedele, utilizzata nelle competizioni e raduni dedicati alle macchine storiche, è stata recentemente venduta per mezzo milione di euro, confermando il grande appeal di questo oggetto.
Negli ultimi tempi abbiamo visto gli storici rivali della casa di Cupertino – Microsoft – fare la loro comparsa sulle Toyota Yaris del Campionato del Mondo Rally, in Nascar e sulla Renault-Alpine in Formula 1. Contemporaneamente Google è scesa in campo a fianco di McLaren sulle monoposto della scuderia. Che i tempi siano maturi per vedere nuovamente la mela impegnata nel motorsport?
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